Aboca Museum: la forza della natura nelle erbe medicinali

mortaio in bronzo aboca museum

A Sansepolcro, nell’elegante palazzo Bourbon Dal Monte, è ospitato l’Aboca Museum, dedicato all’utilizzo secolare delle piante nella cura delle malattie.

Attraverso sale tematiche, ogni oggetto racconta della stretta relazione tra le erbe spontanee ed il loro utilizzo da parte dell’uomo, sin dalla storia più remota.

La prima sala è quella dei mortai: indispensabili utensili per lo speziale e per il cuoco, realizzati in pietra o metallo; i più frequenti sono quelli in bronzo, fusi (me ne rendo conto solo ora che me lo si fa notare) nello stesso stampo delle campane. Il mortaio non è quindi che una campana rovesciata ed il pestello ne è il batacchio.

Teche con volumi preziosi mostrano delicate illustrazioni di erbe e fiori, mentre a terra, nelle varie sale, fanno bella mostra di sé tappeti orientali con erbe e fiori stilizzati dal contenuto fortemente simbolico.farmacia

Un’altra sala è dedicata ai vasi da farmacia, bellissimi, dalle forme e dai decori più vari. I vasi da farmacia erano utilizzati per la conservazione delle materie prime o delle sostanze medicamentose ed hanno sempre suscitato in me forte curiosità per i decori ed i cartigli che ne specificavano il contenuto: qui ne ho trovato uno che conteneva “lacrime di cervo”!

La stanza dei vetri riserva poi delle curiosissime sorprese, come il tiralatte del ‘700, un kit completo per i salassi, una valigetta “di Pronto Soccorso” ante litteram e un finto libro, che doveva essere occultato nella biblioteca di qualche monastero fra migliaia di altri, e che, al suo interno, conteneva dei cassetti segreti per la conservazione di droghe e principi medicamentosi.

Un intenso profumo preannuncia la sala seguente: la Sala delle erbe. Appese al soffitto ad essiccare mazzi di erbe spontanee diffondono i loro aromi, mentre in bella vista gli utensili più vari, dalle bilance, ad una grande grattugia per le cortecce, ad una serie di antiche scatole fanno bella mostra di sé.

Si attraversa poi la sala dove una vera e propria spezieria è stata ricostruita, con suoi alambicchi, mortai, utensili di vario genere e dove campeggia appeso sopra al grande caminetto, un coccodrillo, che scopro essere il simbolo della fertilità vegetale.

Lo stesso coccodrillo lo ritroviamo nella stanza dove è stata ricostruita in toto un’antica farmacia proveniente, guarda un po’, da Todi!!! Gli scaffali alle pareti sono pieni di barattoli e confezioni originali di preparati e medicinali, al centro il bancone del farmacista con la bilancia.

Per “rafforzare” l’effetto terapeutico delle erbe non c’è niente di meglio che invocare un Santo: ecco qui un “Elenco di alcuni Santi da invocarsi come speciali avvocati nell’infermità della vita”, una sorta di prontuario dove, per ogni dolore, è indicato il santo di riferimento ed il giorno in cui viene festeggiato; uno su tutti: San Pantaleo, che si festeggia il 27 Luglio invocato dai “Disperati dai Medici”!!!

Il laboratorio fito chimico e la stanza dei veleni, il piccolo ambiente segreto e accessibile solo al farmacista, chiudono l’interessantissimo circuito.

Il viaggio attraverso il tempo, che si compie visitando le sale del museo è una scoperta continua di segreti, o riscoperta di antiche competenze, tramandate dagli erboristi ma anche dalla tradizione orale e dai saperi casalinghi di generazioni di donne.

 

Si ringrazia: Associazione Culturale Matavitatau

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